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La neuropatia è una patologia a carico dei nervi periferici. Quando è definita “autoimmune” segue il decorso di tutte le patologie autoimmuni, in cui l’organismo attacca, erroneamente, i suoi stessi organi.

Le neuropatie autoimmuni

neuropatie autoimmuniIn medicina si definiscono “autoimmuni” tutti i processi patologici che vedono l’organismo attaccare i propri organi in maniera idiopatica, quindi senza conoscerne la reale causa.

Nonostante ci siano in corso, da decenni, importanti studi e ricerche scientifiche per comprendere esattamente il meccanismo dell’autoimmunità, purtroppo non si è ancora arrivati a definirlo in maniera precisa.

Nel caso specifico della neuropatia autoimmune, il corpo, improvvisamente, non riconosce più come proprio uno o più nervi ed inizia ad attaccarlo, lesionandolo. Le metodologie con cui il corpo decide di lesionare ed attaccare uno o più nervi possono essere due:

  • a livello neuronale: il processo di distruzione viene riservato agli assoni, cioè alle fibre neuronali interne al nervo, deputate al trasporto di informazioni moto-sensoriali
  • a livello strutturale: disgregando la mielina, ossia la guaina protettiva esterna del nervo, secondo un processo detto demielinizzazione

Le tipologie di neuropatia autoimmune

Attualmente sono state riconosciute, isolate e protocollate diverse forme di neuropatia autoimmune:

  • la sindrome di Guillain-Barré: si tratta di una malattia estremamente rara, che esordisce improvvisamente, spesso a seguito di una forte infiammazione o di una malattia a carica batterica molto elevata. Diversi studi l’hanno vista insorgere dopo episodi di setticemia o meningite, ma i dati statistici non sono abbastanza incisivi per includere solo questa come potenziale causa scatenante. In definitiva, la Guillain-Barré è ancora considerata una patologia idiopatica, ossia senza causa conosciuta. Esordisce in maniera acuta, con fortissimi dolori e difficoltà oggettive di movimento e, nel giro di pochi giorni, se non curata e riconosciuta tempestivamente, può portare a paralisi
  • la sindrome di Miller Fisher: una variante più violenta della Guillain-Barré, che colpisce direttamente i nervi cranici. Questa sindrome esordisce in modo acuto comportando pupille fisse, tetraparesi, parestesie più o meno estese e disturbi della coscienza
  • la NMM: neuropatia motoria multifocale, una patologia dei nervi quasi sempre associata a gravi difetti di circolazione sanguigna. Si tratta di una malattia cronica, che può esordire in modo acuto o silente, e che tende a degenerare nel tempo, portando, in alcuni casi, a situazioni di invalidità anche importante
  • neuropatie da adenomi: una patologia in cui alcune coppie di anticorpi, come i linfociti B, iniziano ad aggregarsi, formando tumori benigni che secernono anticorpi atti a distruggere i nervi periferici
  • la neuropatia da sclerosi multipla: la sclerosi multipla è una malattia neurologica in cui la mielina viene disgregata esclusivamente dalle cellule cerebrali, ossia i neuroni. Per riflesso, i neuroni cerebrali aggrediti nel loro nucleo, trasmettono segnali di disagio ai nervi periferici associati, provocando alterazione della sensibilità, difficoltà motorie e sensazioni particolari e fastidiose a livello tattile. In realtà la SM non può essere, puristicamente, considerata una neuropatia ma è, sicuramente, una patologia associata che ne comporta la comparsa e la caratteristica sintomatologia.

I sintomi delle neuropatie e delle polineuropatie

A seconda della malattia, della gravità e dello stato di salute generale del paziente, una nevrite o polinevrite può avere sintomi precisi, circoscritti alla specificità della patologia. I sintomi generici che si manifestano in tutti i tipi di patologie a carico di uno o più nervi sono:

  • il dolore: è, di solito, il segnale d’allarme che spinge il paziente a rivolgersi al medico. Nella quasi totalità dei casi di neuropatie, il dolore è il primo sintomo che si percepisce e che preoccupa. Si tratta di un dolore particolare, diverso da quelli muscolari ai quali tutti sono più o meno abituati, per averlo provato almeno una volta nella vita. Il dolore da nevrite è simile alla puntura di tanti spilli o aghi, è paragonabile ad una scossa elettrica, che attraversa tutta la lunghezza del nervo colpito, solitamente con andamento dall’alto verso il basso. Spesso, il paziente colpito da neuropatia sobbalza dalla sedia o dal letto quando si manifesta questa sensazione
  • le sensazioni anomale a livello periferico: intese come formicolii che non passano, sensazione di insensibilità, incapacità di riconoscere, al tatto, un materiale e percepirlo differente da come si era abituati, fastidio al contatto con i vestiti, dolore o fastidio ingiustificato, per esempio a causa di uno sfioramento o di una carezza
  • incapacità di percepire il freddo ed il caldo
  • difficoltà motorie, andatura incespicante, continui episodi di inciampo
  • difficoltà motorie nei movimenti di precisione: incapacità di allacciarsi i bottoni, di infilare una chiave nella serratura, di tenere in mano una penna
  • grave ed oggettiva debolezza muscolare a carico di uno o più arti: impossibilità di restare in equilibrio su un piede solo anche per pochi secondi, impossibilità nel sollevare oggetti leggeri, tipo una posata

Come si diagnostica una neuropatia autoimmune

La diagnosi di neuropatia semplice è molto più facile rispetto a quella di una neuropatia o polineuropatia autoimmune. Di solito, si eseguono analisi specifiche quando, dopo una diagnosi acclarata di neuropatia, si escludono tutte le comuni cause scatenanti e tutte le potenziali patologie associate.

Il primo passo da fare è una lunga serie di analisi del sangue, alla ricerca di anticorpi anomali, che sarebbero la cartina di tornasole per autoimmunità. In affiancamento alle ricerche anticorpali, si esegue solitamente una elettromiografia. L’elettromiografia è un esame che verifica l’elettricità neuronale degli assoni e ne valuta il comportamento, la velocità e la quantità.

Quando le informazioni cerebrali viaggiano in maniera irregolare lungo i nervi periferici è possibile dichiarare, oltre ogni ragionevole dubbio, un quadro patologico che depone per neuropatia conclamata.

A volte il neurologo può richiedere anche una puntura lombare, esame piuttosto invasivo che consiste nel prelevare un po’ di liquor dalla spina dorsale: dalla composizione di questo liquido si può effettuare una diagnosi generale della salute delle cellule cerebrali, ed escludere malattie a carico del cervello.

La terapia per la neuropatia autoimmune

Come tutte le malattie autoimmuni, anche quelle a carico dei nervi rispondono a trattamenti trasfusionali. Immettendo in circolo sangue sano e plasma ricco di elementi funzionali attivi, si riesce a contrastare la produzione anomala di anticorpi che aggrediscono i nervi.

Altre terapie associate sono a base di farmaci specifici, che il medico specialista modulerà, sceglierà ed abbinerà in relazione alla soggettività del caso. Infine, quando la neuropatia autoimmune dipende da tumori creati dai linfociti, si interviene chirurgicamente per rimuoverli.

La correlazione tra carenze vitaminiche e l’insorgenza di patologie autoimmuni

In ambito scientifico è aperta una discussione sul possibile rapporto tra carenze vitaminiche, soprattutto quelle del gruppo B, ed insorgenza improvvisa di patologie autoimmuni, incluse le polinevriti.

Ci sono buoni margini di ricerca per pensare che un prolungato deficit di vitamine B e, in particolar modo, di B12, difficile da reperire con l’alimentazione, possa avere effetti molto negativi sul metabolismo cellulare.

Le prime cellule del corpo a risentire di deficit nutritivi sono quelle del cervello. È possibile che, in presenza di una carenza metabolica e nutritiva a danno dei neuroni, questo possa tradursi con la malattia dei nervi periferici o con uno scorretto invio di informazioni sensoriali, motorie e tattili.

L’importanza dell’integrazione vitaminica nella cura delle neuropatie autoimmuni

Le neuropatie autoimmuni sono patologie molto complesse e serie, che presentano una sintomatologia importante ed un’evoluzione ed una progressione che possono portare anche a conseguenze gravi.

È, quindi, facilmente comprensibile che non possano essere curate esclusivamente con un’integrazione vitaminica ma il malato deve scrupolosamente seguire ed osservare le prescrizioni farmacologiche dello specialista neurologo.

Tutta la comunità scientifica, comunque, concorda nel dire che, contestualmente all’assunzione di farmaci, è indispensabile correggere l’alimentazione ed integrare vitamine durante la terapia per le neuropatie, di tutti i tipi. I

n particolare viene consigliata una dieta ricca di latticini e pesce, alimenti che contengono un discreto apporto di B12, e viene prescritta una cura ricostituente a base di complesso vitaminico B, inclusa la B12.

L’integrazione di vitamine B serve a far metabolizzare meglio i farmaci, ottimizzandone gli effetti curativi e, contestualmente, a garantire il giusto scambio metabolico tra le cellule, soprattutto quelle neurologiche.