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Con il termine parestesia si indicano quelle sintomatologie comuni ad una variazione di sensibilità a livello cutaneo che può interessare parti più o meno estese del corpo.

Normalmente si localizza in siti definiti come gli arti superiori o inferiori, ed è comunemente associata alla sensazione di intorpidimento seguita da formicolio, quando ad esempio si rimette in moto il funzionamento dell’arto stesso.

Le cause della parestesia

I fattori che portano ad individuare l’origine di questo malfunzionamento dei recettori cutanei possono essere di varia natura.

Una neuropatia sensitiva periferica, vale a dire la compromissione dei nervi deputati al raccoglimento delle informazioni che provengono dalle parti periferiche del corpo, come appunto braccia e gambe, può manifestarsi nelle sue prime fasi proprio sotto forma di parestesia.

Ma ci sono anche altri elementi utili al conseguimento di una diagnosi certa come gli effetti collaterali di determinate tipologie di farmaci, che possono scatenare un’alterazione sensitiva della cute.

In ultima analisi vi potrebbero essere dei semplici e lievi disturbi della circolazione sanguigna, che impediscono un’ irrorazione adeguata dei vasi e quindi bloccano l’afflusso dello stesso ai tessuti;

O ancora un atteggiamento posturale scorretto che ne limita il regolare scorrimento necessario a raggiungere i punti estremi del corpo umano.

Parestesia del braccio

Come si manifesta

Si è poc’anzi detto come i principali sintomi della parestesia possano comparire sotto forma di intorpidimento e in generale con una marcata e progressiva sensazione di perdita della sensibilità di un arto.

Nello specifico, la parestesia del braccio può manifestarsi dapprima con delle occasionali sensazioni di bruciore o in modo sibillino con dei pruriti non causati da fattori scatenanti esterni, come la puntura di un insetto o una reazione allergica a contatto con elementi.

Più diffusamente le avvisaglie riportate da tutti coloro ai quali viene accertata una parestesia al braccio, iniziano con dei formicolii che progressivamente acutizzano la sensazione di dolore, al punto da avvertire come degli spilli che pungono la pelle.

I sintomi occasionali trascurati

Riscontrare di essere affetti da parestesia al braccio, pone l’attenzione su indizi trascurati che inavvertitamente vengono attribuiti a concomitanze apparentemente casuali.

Lavori manuali che pongono sotto forte stress tensivo le braccia, come il lavoro svolto da un carpentiere o un muratore, arrecano indolenzimento delle stesse e successivamente si possono sviluppare delle patologie croniche che portano a progressivi stati infiammatori o di dolore.

Ma quando le cause di improvvisi spasmi o fitte che giungono in momenti di inattività, come la notte, non sono riconducibili ad operazioni che hanno interessato un braccio, allora, con molta probabilità, siamo in presenza di una sintomatologia imputabile a parestesia.

Altri indizi avvaloranti l’ipotesi che si è in presenza di una parestesia del braccio sono quelle continue sensazioni di torpore dell’arto o, in generale, un senso di stanchezza e pesantezza che non ha fonte nelle operazioni svolte nel quotidiano.

Concause della parestesia al braccio

Cervicalgia

Fra le cause scatenanti della parestesia, che possono interessare un solo braccio o entrambi, una menzione particolare va rivolta ai casi clinici in cui si riscontra infiammazione del rachide cervicale.

Questa patologia è localizzata nella zona delle prime vertebre della colonna, e comporta un’infiammazione dei muscoli e dei legamenti che si innestano nelle ossa e che in essa sono ospitati.

Il conseguente irrigidimento del collo ha come naturale decorso un malessere generale nei movimenti che si protrae dai trapezi fin proprio alle braccia.

Radicolite

Una delle cause meno comuni di parestesia manifesta può essere riconducibile ad un’infiammazione a carico delle radici spinali, più comunemente conosciuta come radicolite.

Nell’anamnesi specifica che interessa la parestesia localizzata sugli arti superiori sarebbe più opportuno fare riferimento alle comuni nevriti, scatenate da elementi tossici dovuti all’abuso di sostanze alcoliche o contaminanti, come il piombo.

Diabete

Nei soggetti che ne accusano i sintomi o che ne soffrono in maniera latente e non manifesta, il diabete, come anche un marcato deficit di fattori nutrizionali, può essere causa di parestesia.

Se la parestesia è imputabile ad una polineuropatia, che ricordiamo essere bilaterale e simmetrica nel suo decorso, la sintomatologia classica è indicata da formicolii o improvvise sensazioni di bruciore.

Qualora ci si trovi in presenza di una diagnosi di mononeuropatia diabetica, diversamente, la parestesia potrà imputarsi a carico anche di un solo arto o di una parte di esso, ed accompagnarsi ad una progressiva intolleranza verso il glucosio.

Individuazione temporale della parestesia

Giorno

Un soggetto che nota degli episodi come quelli esposti, o che in generale registra delle anomalie nella sensibilità di un arto, ovvero una repentina forma di bruciore, dovrebbe distinguere se si manifestano a seguito di movimenti impropri o comunque sollecitazioni continue oppure non hanno origine da nessuno di questi accadimenti.

Le parestesie possono essere confuse con un’iniziale forma di infiammazione tendinea che si evidenzia in situazioni di stress a carico della parte e, verosimilmente, nelle prime fasi del giorno.

Notte

Una fase di riposo come quella in cui ci si trova nelle ore notturne, può scongiurare l’ipotesi di parestesia qualora si riesca ad avvertire un senso di sollievo dal dolore.

Ma se, contrariamente, lo stesso si ripresenta ad intervalli più o meno regolari, provocando fitte progressivamente acute, allora si pone come necessaria un’indagine approfondita tramite analisi medica.

Come Accertare una parestesia

Diagnosi

Come tutte le neuropatie sensitive, la parestesia viene diagnosticata quando uno o più presupposti di causa della patologia sono conclamati.

Lo screening medico provvederà ad accertare entità ed estensione della zona presa in esame, mediante esami appropriati e specifici come l’elettromiografia.

In prima istanza è quantomeno indispensabile appurare che la sintomatologia non sia riconducibile, come già accennato, a comportamenti posturali errati.

Se ad esempio si ha l’abitudine di tenere le braccia conserte e ad una altezza superiore al loro naturale posizionamento sul tronco, o se si sfrutta in maniera ripetitiva l’appoggio sui gomiti, esercitando dunque una pressione eccessiva a carico di bicipiti e tricipiti, è naturale accusare immediatamente un senso di pesantezza seguito da intorpidimento delle braccia stesse.

Un atteggiamento scoliotico quando si è riversi a scrivere o si è intenti ad utilizzare una tastiera di computer, può progressivamente accelerare la comparsa di parestesia.

Una visita neurologica approfondita insieme ad un’indagine radiografica del rachide cervicale e dell’encefalo, potranno scongiurare tutte le ipotesi relative ad una parestesia, che, è utile ricordare, ha un effetto irreversibile, quindi duraturo nel tempo.

Cura

La parestesia se sottovalutata e trascurata, e soprattutto non accertata in tempi brevi, può causare dei veri e propri deficit motori, riducendo il raggio di azione muscolare e portando ad una progressiva paralisi dell’arto.

In particolare per quanto concerne la parestesia del braccio, rappresenta nel tempo una patologia invalidante tale da non consentire di godere appieno di autosufficienza.

E’ oltremodo consigliabile affidarsi al parere medico di un neurologo senza attendere che la malattia possa indirizzarsi verso forme croniche e difficilmente curabili.

Una terapia farmacologica potrebbe prevedere una serie di rimedi fra cui immunosoppressori o immunoglobuline, oltre a delle cure anestetizzanti localizzate.

Ma l’anamnesi completa porterà alla conclusione di determinare anche dei cambiamenti radicali nello stile di vita a partire dall’alimentazione.

Importanza della nutrizione nella prevenzione delle parestesie

Di cosa hanno bisogno le fibre nervose

Abbiamo appurato, dunque, che la parestesia altro non è che una forma di neuropatia, e in quanto tale si configura come una lesione più o meno grave delle fibre nervose.

Tale lesione può sopraggiungere a seguito di diverse cause come traumi da compressione, nel caso ad esempio del tunnel carpale, o avere origine acquisita come nel caso dell’abuso di alcool e sostanze tossiche.

Ma una delle cause più comuni e che può interessare soggetti di diversa età, in quanto fattore comune e imprescindibile per tutti, è l’alimentazione.

Noi tutti seguiamo regole alimentari, rigide o permissive, esagerate o esasperate, a seconda della nostra collocazione geografica, sociale o culturale, ma indistintamente non poniamo l’attenzione alle categorie di macronutrienti che possono fare la differenza nel prevenire diverse patologie, fra cui proprio la parestesia.

Le fibre nervose sono costituite da una guaina, detta mielinica, al cui danneggiamento seguono le sfortunate conseguenze che abbiamo sin qui elencato.

La guaina mielinica è composta basilarmente da grassi e proteine.

Per cui il bilanciamento di questi due imprescindibili costituenti nutrizionali è essenziale in una corretta alimentazione volta alla salvaguardia non solo delle fibre nervose, ma più in generale ad un corretto sviluppo osseo e muscolare e al loro continuo mantenimento.

Un apporto vitaminico adeguato

L’equilibrio glicemico del sangue, come tutti i processi metabolico-cellulari, è supportato dalla funzione delle vitamine.
Il nostro organismo non è in grado di sintetizzarle in maniera autonoma, pertanto la loro presenza al suo interno deve essere garantita attraverso l’alimentazione.

Una carenza di vitamine del gruppo B ed E, ad esempio, può essere una delle cause di polineuropatia da degenerazione assonale, e quindi ricondurre al concetto di parestesia.

Nello specifico la vitamina B12, conosciuta come cobalamina, gioca un ruolo fondamentale nella sintesi dell’emoglobina, nel metabolismo degli aminoacidi e nella produzione di globuli rossi, quindi una supplementazione coadiuva la cura di malattie nervose.

Spesso i deficit nutrizionali sono dovuti a regimi dietetici inappropriati o a patologie che interessano l’assorbimento a livello gastrico dei macronutrienti, per cui l’assunzione di un apporto adeguato di vitamine deve essere garantito chimicamente.

Cosa può allontanare il pericolo di parestesia

Attività fisica

Il nostro corpo in qualunque condizione fisica si trovi e qualunque sia la nostra età, ha bisogno di svolgere attività che gli consenta di mantenere un equilibrio neurofisico adeguato.

Tenuto conto delle abitudini sedentarie di gran parte della popolazione mondiale, non desta scalpore il dato che pone come malattia del secolo proprio il diabete, che colpisce in maniera incontrollabile giovani e anziani, di ogni ceto e cultura.

E sono ben note le conseguenze a livello neuropatico che un’insorgente intolleranza al glucosio può comportare.

Quindi, posto che ci si debba attenere a regole alimentari corrette, una sana attività fisica non può far altro che aiutare i naturali processi metabolici dell’organismo, senza esagerazioni e in merito alle reali esigenze del singolo caso.

In ultima analisi qualora vi sia la presenza accertata, da parte di accurate indagini diagnostiche, di una qualsiasi forma di neuropatia, come la parestesia, la suddetta attività deve essere sempre supervisionata da controllo medico, magari da un fisioterapista specializzato nella riabilitazione neuromotoria.