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La neuropatia autonomica è spesso la conseguenza o il “sintomo” di altre patologie pregresse che hanno indotto una degenerazione dei nervi.

Interessa soprattutto le terminazioni nervose involontarie che coinvolgono organi importanti, tra cui la vescica, il cuore, l’intestino, con conseguenze sulla pressione arteriosa, sulla frequenza della minzione, sullo svuotamento gastrico e su altre funzioni importanti.

Le cause della neuropatia autonomica

neuropatia autonomicaLe cause della neuropatia autonomica possono essere diverse, in quanto può dipendere da patologie croniche, come l’Aids, il morbo di Parkinson e malattie autoimmuni, ma anche dall’assunzione di alcuni farmaci antitumorali, fino a all’alcolismo ed alcuni traumi.

La causa principale identificata tra quelle più probabili è il diabete mellito di tipo 1, tanto che si parla anche di neuropatia autonomica diabetica.

In questi casi pare che l’incidenza aumenti quando si è affetti dalla sindrome dismetabolica da più di 25 anni e non si riescano a stabilizzare i livelli di glicemia nel sangue. E’ esatto affermare che l’insorgenza della neuropatia puà avvenire anche molto presto, in giovane età.

Altri fattori di rischio sono il sovrappeso, l’ipertensione e anche livelli alti di colesterolo, che peggiorano il quadro clinico predisponendo a una degenerazione nervosa.

A queste cause se ne aggiungono altre che riguardano l’amiloidosi, nota in quanto colpisce il sistema nervoso, compromettendo alcune funzioni essenziali nel tempo.

Nei casi di malattie autoimmuni non è ancora chiaro come il sistema immunitario si ribelli e vada a colpire diverse zone dell’organismo, le cui funzioni vengono lentamente compromesse. Tra queste ci sono patologie come il lupus eritematoso sistemico, ma anche l’artrite reumatoide, di cui ancora non è del tutto nota la causa.

In presenza di tumori è possibile che il sistema immunitario attacchi deliberatamente le cellule sane non riconoscendole, come accade per esempio nella sindrome paraneoplastica.

Sintomi, organi e funzioni interessate dalla neuropatia autonomica

Diversi sono gli organi e le funzioni che sono interessati e gradatamente compromessi dalla neuropatia autonomica.

L’apparato digerente, dove si concentra ben l’80% delle difese immunitarie dell’organismo, può essere messo in seria difficoltà nelle fasi della digestione. Chi ne è affetto sente un senso di sazietà anche dopo pasti frugali, gonfiore, dolore e bruciore allo stomaco, stipsi cronica o diarrea che non si riescono a risolvere.

A questi sintomi si aggiungono anche quelli della nausea e del vomito, che non hanno altra spiegazione. Questo complesso di segni viene anche detto gastroparesi, per indicare la difficoltà che l’intestino incontra nello svolgere le proprie funzioni regolarmente.

Il cuore è un altro organo interessato dalla neuropatia autonomica e in particolare ci sono anomalie nella frequenza cardiaca.

Questo porta anche ad avere episodi di ipotensione, specie quando si cambia repentinamente posizione, da quella distesa a quella eretta. In tal caso il sistema di compensazione vascolare, che di solito interviene per bilanciare la pressione, diventa deficitario con conseguenti capogiri e svenimenti per ipotensione ortostatica.

I nervi danneggiati influiscono anche sulla sudorazione, in cui il meccanismo alla base della termoregolazione in qualche modo non riesce più a rispondere alle esigenze di raffreddamento, o al contrario, di riscaldamento.

Quando ci si trova in ambienti molto caldi può diventare pericoloso per un innalzamento repentino della temperatura e un potenziale conseguente colpo di calore, con associati episodi di disidratazione.

Nella neuropatia autonomica è coinvolta tutta la muscolatura liscia, ed è per questo che è anche detta “periferica”, pur interessando organi importanti.

A questi si aggiunge anche la vescica, che non si riesce a svuotarsi completamente con conseguenti casi d’infezione delle vie urinarie.

Il paziente affetto da neuropatia autonomica non avverte lo stimolo sul momento in cui deve avvenire la minzione e questo può provocare anche incontinenza.

Tra le funzioni che possono risentire di questa neuropatia ci sono anche quelle riproduttive.

Come avviene la diagnosi

Pur non essendo una malattia specifica la neuropatia autonomica può essere diagnosticata con una serie di esami, che riguardano direttamente l’organo o gli organi interessati.

Si tratta per prima cosa di individuare questo tipo di malattia, senza confondere i sintomi comuni ad altre patologie.
Un approccio multidisciplinare composto da medici endocrinologi, neurologi, gastroenterologi e urologi potrebbe essere ideale per identificare precocemente l’insorgenza di questa patologia.

Il rischio da scongiurare è quello di scoprirla molto in avanti nel tempo rispetto all’epoca dell’insorgenza, specialmente nei soggetti diabetici di giovane età, ed evitare così danni irreversibili al Sistema Nervoso Autonomo.

La diagnosi include una raccolta dei sintomi che possono essere correlati e quindi un’indagine che riguardi la funzionalità intestinale, per verificare i tempi di svuotamento e la funzionalità dei muscoli dello stomaco. Questo esame viene svolto naturalmente da un gastroenterologo.

Per i test sulla vescica si eseguono le analisi delle urine e della funzionalità stessa dell’organo, il cui campanello d’allarme sono le frequenti infezioni. A questi si aggiungere anche un’ecografia per esaminare volume ed eventuale presenza di neoformazioni, che possano interferire con lo svuotamento regolare.

Per verificare la funzionalità cardiaca e la frequenza si esegue un test della respirazione detto “manovra di Varsavia”, dove il paziente deve espirare energicamente.

A questo si aggiunge la misurazione della pressione arteriosa e quella, ancora una volta, della frequenza cardiaca con il “tilt test”.

Il paziente viene invitato a stendersi e ad alzarsi velocemente per verificare come risponde il meccanismo di compensazione vascolare di cui sopra.

Se i vasi sanguigni non si restringono come avviene nella norma, la pressione tende a calare invece che risollevarsi, ed è un sintomo indicativo della presenza di neuropatia autonomica.

La diagnosi potrebbe anche comprendere alcuni esami che riguardano la sudorazione, con delle prove sulla risposta che l’organismo restituisce in condizioni di caldo.

La termoregolazione nei casi di neuropatia potrebbe mandare in tilt questo delicato sistema. La conferma potrebbe arrivare dal test Qsart, dove le ghiandole sudoripare vengono stimolate e la cui risposta viene vagliata da un sistema computerizzato.

Curare la neuropatia autonomica

Le cure come la diagnosi possono essere diversificate in base all’organo interessato dalla patologia.

Nei casi in cui la causa dipenda dal diabete è necessario controllare scrupolosamente i livelli di glicemia non solo con una cura farmacologia, ma soprattutto con la dieta. Vale lo stesso concetto nei casi di trattamento dei fattori di rischio, dove è necessario mantenere bassi i livelli di colesterolo ed eliminare l’alcool.

Una dieta regolare è quello che serve anche per migliorare la funzionalità gastrointestinale, aumentando l’apporto di fibre e liquidi ed evitando pasti troppo abbondanti e cibi pesanti, come quelli fritti o molto grassi.

Il medico potrebbe prescrivere farmaci per la regolarità di evacuazione in base alla presenza di stipsi o diarrea, ma anche per la motilità intestinale (la peristalsi), in modo da accelerare lo svuotamento.

La terapia farmacologia è quella che si predilige anche per la funzionalità della vescica, per favorire lo svuotamento e per dare regolarità alla minzione.

Si può intervenire farmacologicamente anche per la frequenza cardiaca e la pressione bassa, dove è importante, tra gli altri, l’azione dei betabloccanti.

L’importanza della vitamina B12

È noto che la carenza vitaminica e in particolar della vitamina B12 può portare a manifestare delle neuropatie periferiche, come quella autonomica.

Tale carenza può essere dovuta a un’alimentazione non adeguata o al malassorbimento dell’intestino protratto nel tempo e non diagnosticato.

Tale carenza si rivela essenziale nella manifestazione di altri sintomi correlati, come le parestesie o una degenerazione del midollo spinale, che provocano debolezza e un’andatura malferma.

La vitamina B12 è alla base del metabolismo delle cellule nervose e una sua forte carenza può portare a un deficit neurologico importante. A questo si aggiunge anche la funzione fondamentale che svolge nella produzione di emoglobina, come precursore del ferro e quindi essenziale per non incorrere in anemie gravi.

Eccessi di vitamina B6, per contro, possono portare a causare la neuropatia periferica. Per tale motivo è importante nella cura della neuropatia autonomica assumere integratori di vitamina B12 dietro prescrizione medica e preferire alimenti che ne siano ricchi, come il fegato, la carne rossa, il pesce, il tuorlo e alcuni formaggi.