neuropatia sensitivaPer neuropatia sensitiva s’intende il danno che si è verificato in un neurone sensitivo, a cui segue lo sviluppo di una sensibilità che provoca molto dolore e altera le percezioni di caldo o freddo.

Più in generale, ci si riferisce a qualsiasi affezione del sistema nervoso periferico che origina una serie di disturbi che se non curati per tempo possono degenerare in disfunzioni talvolta irreversibili. La neuropatia può interessare un solo nervo o più nervi. Nel primo caso si parlerà di mononeuropatia, nel secondo invece di polineuropatia o mononeuropatia multipla. La seconda delle due appena citate è la neuropatia più diffusa.

Ad oggi ne risulta affetto il 13% della popolazione. Si manifestano normalmente a partire dai 55 anni e la causa più frequente è il diabete a cui si aggiungono per ordine d’incidenza le malattie ereditarie di tipo sensitivo come la sindrome di Charcot-Marie-Tooth e le patologie infiammatorie di Guillain-Barrè.

È stato poi riscontrato che le nuove cause che nel lungo termine possono intaccare i nervi sensitivi sono l’alcolismo, disturbi paraneoplastici, l’ infezione da HIV e l’assunzione di farmaci antiretrovirali.

I sintomi sono variabili a seconda che intacchino nervi di tipo sensitivo, motorio o autonomo ma spesso si verificano neuropatie di cause congiunte come ad esempio le neuropatie sensitivo-motorie.

Per individuare un’adeguata terapia è necessario compiere una serie di accertamenti ai fini di un’indagine diagnostica precisa ed accurata.

Caratteristiche delle neuropatie sensitive

Le neuropatie sensitive sono un gruppo eterogeneo di agenti che, in molti casi, si manifestano secondo una dinamica per cui è difficile individuare una diagnosi.

Il motivo è da ricercare nella natura della sindrome in atto che talvolta esordisce con una sintomatologia intermittente. Inoltre gli indicatori clinici e neurofisiologici spesso fanno la loro comparsa molto lentamente.

Sintomi neuropatie sensitive

Alcune neuropatie sensitive possono manifestarsi improvvisamente, altre invece possono seguire un decorso graduale e peggiorare negli anni. La gravità dei sintomi e degli stati dolorosi dipende dalla quantità di fibre nervose sensitive colpite.

La localizzazione di eventuali spasmi o stati di debolezza, formicolii e dolori diffusi è invece un elemento discriminante utile all’individuazione delle fibre compromesse.

Le neuropatie sensitive esordiscono normalmente attraverso una serie di segnali deficitari trasmessi dalle aree periferiche che possono poi degenerare in stati di parestesie, paresi, paralisi, dolori urenti distali e anestesie di cute.

Le parestesie possono classificarsi come percezioni spontanee che fanno la loro comparsa provocando un intorpidimento localizzato o diffuso e formicolii vari. Inoltre, possono generare prurito, bruciori, brividi di freddo, fitte dolorose e profonde come scosse elettriche.

Tali disturbi spesso si manifestano in maniera più acuta di notte. Si possono poi accusare sgradevoli sensazioni innescate dallo stimolo tattile, come disestesie oppure stati di ipoestesia o anestesia, vale a dire riduzione o assenza della percezione tattile, la quale potrebbe addirittura rendere un soggetto insensibile a eventuali situazioni di pericolo derivanti da una scottatura o un taglio alla pelle.

Quindi, devono funzionare da campanello d’allarme dolori acuti e lancinanti, percezione di freddo gelido, bruciori insistenti, estrema sensibilità al tatto, nevralgie, debolezza muscolare o paralisi se colpisce anche i nervi motori. Esistono numerose neuropatie sensitive di diverse cause ma i sintomi sono in genere simili.

Il dolore è di solito proprio il primo sintomo più chiaro e indicativo. In linea di massima, lo spasmo si manifesta colpendo le fibre nervose localizzate nei piedi per poi estendersi gradualmente alle aree vicine e fino alle estremità, raggiungendo quindi mani e braccia.

La sensazione di bruciore è invece attribuibile al deteriorarsi di piccole fibre mieliniche e amieliniche a causa di malattie come l’amiloidosi, le sindromi di Tangier e Fabry e alcuni casi di neuropatie autonomiche ereditarie.

Il dolore può essere molto intenso, producendo cambiamenti nell’andatura, poiché il contatto con il pavimento aumenta lo stato di dolenza.
Se il danno interessa zone estese di fibre nervose sensitive, il deterioramento si verifica nel tatto, determinando un calo complessivo delle sensazioni che dovrebbero normalmente pervenire a un soggetto.

Nella maggioranza dei casi i dolori colpiscono più le mani e i piedi e la persona potrebbe avvertire una certa pesantezza agli arti tale da indurre quasi la sensazione di indossare guanti o calze. Questo danno può anche contribuire alla perdita dei riflessi.

Un altro sintomo che può indurre a credere che vi sia in atto un danno al nervo sensitivo è l’incapacità di coordinare i movimenti complessi, come camminare o compiere delle azioni utilizzando i polpastrelli.

Nel caso in cui ad essere danneggiate siano delle fibre nervose meno estese, il danno può portare all’incapacità di sentire il dolore o i cambiamenti di temperatura. Questo è un problema da non sottovalutare in quanto renderebbe un soggetto impossibilitato a percepire una ferita o un’ustione.

Il dolore neuropatico può arrivare a danneggiare il nervo sensitivo anche in modo irreversibile e in tal caso diventa difficile controllare il problema, al punto che il benessere emotivo e la qualità della vita in generale del paziente potrebbero essere seriamente compromessi.

Il dolore causato da neuropatia sensitiva spesso è anche associato a un’ipersensibilità ai recettori del dolore localizzati nella pelle, e ciò rende le persone sensibili a stimoli che in realtà non causano alcun dolore. Ad esempio, la persona in questione potrebbe provare dolore anche semplicemente sfiorando dei fogli di carta.

Sintomi neuropatie sensitivo-muscolari

Recenti studi dimostrano che l’incidenza delle neuropatie sensitive accompagnate da deficit muscolari è in aumento. In questa precisa casistica, i sintomi della malattia interessano le fibre nervose periferiche che regolano la sensibilità nervosa e le articolazioni. Principalmente, si manifesta attaccando gli arti inferiori e provocando una graduale perdita di mobilità e sensibilità a livello bilaterale.

Anche in questo caso i disturbi più comuni sono formicolio, bruciore acuto, dolori diffusi, sensazione di solletico, intorpidimento delle mani e dei piedi, deperimento muscolare, calo di sensibilità, prurito, sensazione di eccessivo caldo o al contrario, brividi di freddo.

Tali disturbi possono essere latenti e continui, d’intensità variabile durante lo svolgersi della giornata e possono acuirsi durante il riposo notturno. Talvolta possono svanire per periodi anche prolungati e ricomparire all’improvviso.

Parlando di sintomi, come fin qui esposto, gli stati doloranti generalmente cominciano a palesarsi a partire dagli arti e il motivo di tale dinamica è da ascrivere al fatto che i primi nervi ad essere danneggiati dalla neuropatia sono quelli più lunghi, e questi si trovano proprio nei piedi da dove poi si diramano fino a raggiungere gradualmente le gambe. In seguito possono colpire anche gli arti superiori partendo dalle mani e diramandosi lungo il braccio.

Le neuropatie sensitivo-muscolari, nel momento in cui intaccano i nervi più importanti, possono degenerare in una progressiva perdita di tono muscolare causando di conseguenza debolezza e astenia fino alla perdita totale della sensibilità. In questi casi, nella persona colpita si nota una variazione posturale e una deambulazione innaturale.

La perdita di sensibilità quindi deve funzionare da segnale di allerta, non si può assolutamente sottovalutare la sintomatologia appena descritta, in quanto le conseguenze a volte sfociano in recidive di più difficile risoluzione, senza contare poi che la variazione continua della pressione esercitata sui piedi, i quali sorreggono tutto il peso del nostro corpo, può sfociare nella comparsa di vesciche e piaghe che, se non opportunamente prese per tempo, possono produrre infezioni in grado di estendersi celermente al resto del corpo.

Addirittura potrebbero verificarsi dei casi in cui non si riesca ad avere più la giusta percezione della nostra collocazione nello spazio e questo può intaccare la coordinazione dei movimenti e dare origine a una sensazione di smarrimento nel camminare.

Oppure, si potrebbe riscontrare una certa difficoltà a mantenere l’equilibrio e constatare che il modo di camminare assume una forma di trascinamento fino quasi a non riuscire più a correggere l’andatura.

Cause ed elaborazione di una diagnosi

Il problema principale al momento di elaborare una diagnosi è che l’unico sintomo è il dolore e ciò rende difficile decidere se quel dolore è ascrivibile a una neuropatia o ad altre cause. È necessario quindi eseguire una serie di accertamenti per risalire alle cause scatenanti la patologia.

Il danno alla fibra nervosa sensitiva può essere causato da diversi fattori:

  • Disturbi immunitari;
  • Azioni che fanno pressione sui nervi decomprimendoli;
  • Riduzione del flusso di sangue al nervo;
  • Infiammazione dei nervi;
  • Malattie che distruggono il tessuto connettivo che tiene insieme le cellule e i tessuti;
  • Esposizione a veleni o sostanze tossiche come metalli pesanti o prodotti chimici;
  • Abuso di alcuni farmaci che possono causare neuropatie periferiche, ad esempio farmaci usati per curare il cancro;
  • Condizioni esistenti a causa di malattie quali la Charcot-Marie-Tooth, che è un tipo di neuropatia ereditaria;
  • Traumi o pressioni sul nervo a seguito di incidenti, cadute o lesioni sportive che possono rompere i nervi periferici;
  • Disturbi del midollo osseo che includono anche l’interferenza causata da proteine ​​anormali nel sangue nei casi di linfomi e amiloidosi;
  • Carenza nell’organismo di vitamine B12, B1 ed E;
  • Problemi renali, epatici, della tiroide o del tessuto connettivo.

Una diagnosi precoce permetterà di stabilire se effettivamente eventuali sintomi riscontrati dal paziente, specie se di intensità invalidante e se si protraggono nel lungo periodo, siano da ricondurre a una neuropatia sensitiva.

Le possibilità diagnostiche sono molteplici e sarà il medico a dover individuare l’esame o il test più corrispondente al quadro clinico denunciato dal paziente.

Innanzitutto, è necessario eseguire un esame molto accurato proprio della sintomatologia, indagando anche nella storia clinica del paziente, quindi perlustrando patologie in corso, malattie del passato, i farmaci assunti abitualmente e così via.

Dopodiché, a seconda di quali siano le prime indicazioni provenienti dall’esame obiettivo, sarà necessario sottoporsi ad analisi del sangue, a un check-up neurologico, a una TAC e a una risonanza magnetica, a una biopsia di uno o più nervi e/o a una biopsia cutanea.

L’elaborazione di una diagnosi permette di stabilire non solo le caratteristiche della neuropatia sensitiva in atto ma anche ciò che l’ha causata. Solo osservando il problema nella sua totalità sarà possibile di conseguenza pianificare la terapia più adeguata.

Attraverso le analisi del sangue sarà possibile stabilire se il paziente soffre di diabete, di una qualche carenza vitaminica o di una disfunzione della tiroide, tutti fattori che colpiscono il sistema nervoso.

Uno scrupoloso check-up neurologico permetterà al medico di esaminare i tempi di risposta degli arti a certe sollecitazioni e di sondare la presenza di disturbi neuromuscolari o coordinativi. Tramite la TAC e la risonanza magnetica nucleare invece si potrà verificare l’esistenza di una massa tumorale o di danni possibilmente provocati da un trauma fisico o da una sindrome da compressione.

Infine, potrebbe eventualmente rendersi necessario anche effettuare una biopsia di uno o più nervi laddove i test prima elencati non bastassero a svelare le cause del danno nervoso, e lo stesso dicasi per una biopsia cutanea da effettuarsi su una zona di pelle sofferente allo scopo di analizzare lo stato di salute dei nervi sensitivi.

La biopsia della pelle è una tecnica con cui vengono analizzate le fibre nervose intradermiche. Può rivelare il danno presente nelle fibre più piccole, diversamente dalla biopsia del nervo convenzionale. È anche meno invasiva e ha meno effetti collaterali.

La biopsia nervosa invece è una tecnica a cui si ricorre solo se si sospetta la presenza di una condizione di amiloidosi o vasculite. Una biopsia del nervo comporta il prelievo e l’esame di un campione di tessuto nervoso, di solito ricavato dalla parte inferiore della gamba.

Sebbene questo test possa fornire informazioni preziose è una procedura invasiva, difficile da eseguire e può causare ulteriori effetti collaterali neuropatici.

L’indagine può eventualmente contemplare l’implementazione di uno studio neurofisiologico. Tale tipo di studio aiuta a valutare la distribuzione anatomica della lesione e permette di scandagliare i sintomi della fisiopatologia senza la necessità di utilizzare tecniche invasive.

Un test quantitativo sensibile è un’ulteriore tecnica che può rivelarsi utile per valutare la soglia di percezione delle diverse modalità sensoriali ma presenta due inconvenienti: è soggettivo e le modalità sensoriali potrebbero rimanere alterate anche dopo che l’infortunio si è sanato.

Un test invece sulla velocità della conduzione nervosa è un esame che permette di misurare il grado del danno che ha colpito grandi estensioni di fibre nervose e quindi rivelare se i sintomi sono causati dalla degenerazione della guaina mielinica o dell’assone.

Il medico potrebbe anche decidere di procedere con una valutazione del sistema nervoso autonomo che consente di discriminare i vari agenti che intervengono nella neuropatia sensitiva dolorosa, dal momento che alcuni di questi agenti sono associati al diabete o a neuropatie senso-autonomiche.

Cure e rimedi

In materia di neuropatie sensitive è bene sapere che eventuali trattamenti sono destinati molto spesso solo a circoscrivere il problema, a porre in essere cioè una serie adeguata di misure volte a migliorare il quadro sintomatologico e a contenere la portata delle reazioni da esso derivanti. In altre parole, nella maggior parte dei casi la neuropatia sensitiva è una condizione dalla quale è difficile guarire definitivamente e pertanto l’unico rimedio terapeutico è provare a ridurre i sintomi più gravi nell’auspicio di alleviare i dolori del paziente.

I sintomi principali delle neuropatie sensitive come già detto sono dolore diffuso e debolezza muscolare, i quali possono essere curati attraverso la somministrazione di farmaci analgesici, antinfiammatori e trattamenti di fisioterapia volti a mantenere un ottimale vigore muscolare e a migliorare l’attività articolare. Secondo recenti studi effettuati in materia, tali affezioni nei casi più gravi vengono curate anche attraverso la somministrazione di antidepressivi triciclici, antiepilettici, antiaritmici e capsaicina topica.

Eliminare del tutto la causa della neuropatia, invece, come detto è certamente più complicato a meno che ciò non sia dovuto ad esempio a un deficit vitaminico che può essere corretto attraverso l’assunzione per via orale o parenterale della vitamina deficitaria.

Eventuali infezioni invece vengono curate con antibiotici o agenti anti-virali. Le malattie autoimmuni vengono trattate con terapie immunosoppressive o immunomodulanti come la somministrazione di immunoglobuline per endovena o chemioterapia.

Stabilire a priori la portata degli effetti del processo terapeutico posto in essere è complesso e ciò dipende dalla causa scatenante la neuropatia e dalla sua entità. Infatti, la terapia a volte può soltanto alleviare i sintomi o rallentarli.

Nel caso in cui i trattamenti dovessero però produrre una risposta positiva da parte dell’organismo il danno potrebbe essere bloccato e le fibre nervose potrebbero addirittura rigenerarsi. Il grado di recupero quindi dipende molto da quanto grave fosse lo stato clinico del paziente all’inizio della terapia. Chiaramente, in caso di un’anamnesi di minore gravità migliore sarà il recupero.

Per tale motivo, la diagnosi precoce è estremamente importante ai fini di un’individuazione tempestiva di misure correttive volte a evitare o ad arrestare il deterioramento cellulare nelle regioni nervose periferiche sensitive.

Il ruolo della vitamina B 12 per prevenire le neuropatie sensitive

La vitamina B12 sostiene la guaina che ricopre le cellule nervose e pertanto i soggetti che sono afflitti da una carenza di questa vitamina spesso soffrono di neuropatia sensitiva. Per contrastare tale deficit è di basilare importanza coprirne il fabbisogno giornaliero. Per farlo occorrerà innanzitutto correggere l’alimentazione, quindi inserire nella propria dieta tutti quei cibi ad alto contenuto di vitamina B12 di cui sono ricchi carne, pesce, uova e cereali fortificati.

La più comune causa di insufficiente apporto è l’osservanza di una dieta vegetariana e ciò è dovuto al fatto che gli alimenti di origine animale sono l’unica fonte riconosciuta di questa vitamina. A ciò si aggiunga una sopravvenuta ridotta capacità di assorbimento dovuta all’insorgere di malattie autoimmuni, malattie del pancreas, infezione da HIV, sindromi da malassorbimento e morbo di Crohn , patologie cioè in grado di diminuire gli acidi dello stomaco atti a favorire l’assorbimento della vitamina B12, provocandone quindi la carenza.

Nel lungo termine una scarsa riserva di vitamina B12 può dare luogo a spasmi muscolari e perdita di sensibilità alle articolazioni, ragion per cui si raccomanda di non trascurare questo complesso vitaminico e di seguire un’alimentazione appropriata.

Nella maggioranza dei casi la neuropatia è irreversibile e la sua progressione difficilmente controllabile. Per tale motivo, il trattamento dovrebbe concentrarsi più sulla prevenzione ai fini di evitare un ulteriore peggioramento della malattia. Naturalmente, intervenire per la circoscrizione di una neuropatia sensitiva significa dover andare a modificare talvolta anche drasticamente il proprio stile di vita.

Ad esempio occorre eliminare l’alcol, mantenere un peso forma adeguato, evitare stress emotivi e fisiologici e come già detto curare l’alimentazione e rispettare la dose giornaliera raccomandata di vitamina B12.

Riguardo quest’ultimo punto, integrare l’apporto vitaminico è di particolare importanza nel caso di pazienti che osservino una dieta vegana o vegetariana ed è possibile non solo inserendo nel proprio regime alimentare una grande varietà di prodotti di origine animale ma anche assumendo concentrati multivitaminici, facendo delle iniezioni di vitamina B12, inalando gel nasali ad alto contenuto vitaminico oppure sotto forma di capsule.

Il fabbisogno giornaliero dipende da fattori quali età, sesso oppure da stati di gravidanza o malattie.