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La neuropatia vegetativa è una grave condizione neuropatica, cioè a carico dei nervi, associata quasi sempre al diabete avanzato. Il mondo medico-scientifico è concorde nel correlare la neuropatia vegetativa ad una condizione di insufficienza metabolica a carico dei neuroni, dovuta all’iperglicemia costante e prolungata nel tempo, tipica del diabete.

Cos’è il diabete e come può scatenare la neuropatia vegetativa

Il diabete è una malattia endocrino-funzionale, che interessa un ormone molto importante, l’insulina, ed un organo vitale, il pancreas. In un soggetto sano, l’insulina viene prodotta dalla ghiandola pancreatica e modulata in base al quantitativo di zuccheri introdotti con l’alimentazione.

Nel paziente diabetico la produzione di insulina diventa autonoma e patologica, non più funzionale ad un corretto metabolismo e questo provoca situazioni note come iper-glicemia o ipo-glicemia, entrambe potenzialmente rischiose per la vita del paziente.

Questi continui squilibri metabolici, a lungo andare, danneggiano la capacità neuronale di metabolizzare i nutrienti e possono causare danni così gravi da estendersi ai nervi.

I nervi periferici, che non ottengono più un giusto nutrimento, entrano in fase vegetativa: perdono funzionalità, passando da una fase in cui trasmettono sensazioni sfalsate, anomale e patologiche ad un’altra fase in cui si verifica la perdita della loro funzionalità.

Cos’è la neuropatia vegetativa

La neuropatia vegetativa è una forma particolare di neuropatia, che può interessare un solo nervo, più nervi scollegati tra loro o un intero gruppo di nervi correlati. Si tratta di una grave forma di patologia a carico dei nervi, cronica, ingravescente e quasi sempre irreversibile.

I casi di neuropatia vegetativa primaria, cioè non correlata al diabete, sono estremamente rari e, nell’antologia medica, vengono ritenuti eventi eccezionali e senza spiegazione alcuna. Infatti, la neuropatia vegetativa viene anche aggettivata come diabetica, proprio perché quasi sempre correlata al diabete.

Circa il 30% dei pazienti diabetici, dopo anni di malattia, sperimentano la neuropatia vegetativa, in modo più o meno grave.

Esistono diverse tipologie di neuropatie diabetiche, che possono manifestarsi singolarmente o essere abbinate tra loro: la neuropatia autonomica, la neuropatia multifocale o focale e la neuropatia o polineuropatia simmetrica generalizzata.

La neuropatia vegetativa autonomica

È il caso più grave, tra le neuropatie vegetative. Interessa in prima istanza i neuroni, quindi la disfunzione si colloca a livello cerebrale. La perdita di funzionalità dei neuroni originari si traduce con messaggi elettrici male inviati ad organi vitali come il cuore, l’intestino e la vescica.

Nelle forme di neuropatia autonomica il paziente perde la funzionalità intestinale e la capacità di utilizzare consapevolmente la vescica. Inoltre, possono instaurarsi aritmie cardiache, fino alla franca insufficienza.

Le difficoltà digestive possono influire anche sulla produzione dell’insulina e sulla metabolizzazione dei glucidi, quindi, in un circolo vizioso, il diabete comporta la neuropatia automica e la neuropatia automica può peggiorare il diabete o inficiarne le terapie.

I sintomi tipici di questa forma neuropatica sono disfunzioni dell’alvo, come diarrea o stipsi ostinata, spesso alternate, gonfiori addominali, a volte tanto gravi da interferire con la normale nutrizione ed alterazioni del ritmo cardiaco, come bradicardia o tachicardia.

Quando il cuore viene compromesso si arriva all’insufficienza cardiaca, che comporta gonfiori agli arti inferiori, minzione frequente, soprattutto notturna, e ritenzione idrica con aumento di peso.

La neuropatia focale o multifocale

La neuropatia focale o multifocale interessa i nervi del cranio, degli arti e del tronco. Può circoscriversi ad un solo gruppo di questi nervi o a tutti, a seconda della gravità del diabete, del tipo di terapia adottata e del tempo trascorso dall’esordio del diabete.

Infatti, la neuropatia focale tende a comparire dopo molti anni di malattia endocrina, a causa dei danni che, nel tempo, sono stati provocati ai neuroni a causa di un metabolismo disfunzionale.

Quando sono coinvolti i nervi cranici si può verificare la ptosi palpebrale, cioè la caduta della palpebra sull’occhio, con impossibilità a sollevarla. Inoltre, possono insorgere parestesie al viso, ischemie silenti e paralisi degli occhi o della bocca.

Quando interessa gli arti il paziente avverte formicolii, bruciori, dolori come se subisse una scossa elettrica. Può avvertire anche altri fastidi: ad esempio provare dolore nell’indossare i vestiti o nello strofinarsi per asciugarsi dopo la doccia.

Dopo una fase di tipo iper-reattivo e doloroso, la patologia evolve nella perdita di sensibilità, in cui si diventa totalmente insensibili a tutti gli stimoli sensoriali tattili: temperatura, dolore, tocco.

Quando i nervi interessati sono quelli del tronco, invece, il paziente sperimenta un forte dolore trafittivo al torace, al petto, alle spalle, alla schiena fino all’alto addome. Questi dolori non sono semplici da tenere sotto controllo e, quasi sempre, il medico specialista cede e prescrive dei potenti antidolorifici.

La neuropatia vegetativa periferica o simmetrico-generalizzata

È il tipo più comune di neuropatia diabetica ed interessa oltre il 70% del 20-30% dei pazienti diabetici che si ammalano di neuropatie. La neuropatia vegetativa periferica interessa, appunto, i nervi periferici, nel numero di uno o più. Solitamente, insorge a livello sensoriale, per poi evolvere in disfunzione motoria.

I principali sintomi, a carico dei piedi, sono: formicolio, una sensazione come da puntura di mille aghi, fastidio nell’appoggiare la pianta del piede, senso di pesantezza alle estremità inferiori.

Alcuni pazienti sperimentano sensazioni molto particolari: possono dire di sentire i piedi bagnati quando, in realtà, non lo sono o di provare delle sensazioni strane durante la deambulazione.

La frase più utilizzata per descrivere queste percezione è: “mi sembra di camminare su dei batuffoli di ovatta”. La stessa sintomatologia può essere avvertita a carico dei polsi e delle mani.

Man mano che la neuropatia progredisce ed i nervi entrano in fase vegetativa, viene compromessa la funzione motoria che, nei casi più gravi, può portare a paralisi dell’estremità o delle estremità interessate.

Inoltre, a causa della fine dell’innervazione periferica, il paziente può subire la necrotizzazione del tessuto del piede, con comparsa di lesioni ed ulcere e la malformazione dell’arto a causa della lunga immobilità.

Come si diagnostica la neuropatia vegetativa

Tutti i pazienti diabetici, periodicamente, vengono sottoposti a screening preventivo contro la neuropatia vegetativa, proprio perché si tratta di una delle complicazioni più frequenti. La visita si esegue presso un Medico Specialista in Neurologia, che effettuerà alcuni test specifici, per escludere o confermare un sospetto di neuropatia diabetica.

Il neurologo effettuerà alcune manovre sul paziente. Uno degli esami più indicativi è quello che verifica la sensibilità vibratoria dell’alluce: utilizzando un diapason, uno strumento vibrante, appoggiato sull’alluce del paziente, si controlla fino a che livello percepisce la vibrazione.

Un’altra valutazione importante è quella della sensibilità tattile: si chiede al paziente di chiudere gli occhi e, con una matita appuntita o uno strumento metallico a punta, si toccano alcuni punti della pianta del piede, della caviglia, delle mani e dei polsi.

Questo serve a verificare quanto e dove il paziente ha sensibilità. Infine, si controllano i riflessi col metodo classico del martelletto su ginocchia e gomiti, per verificare la reazione dei nervi ed escludere eventuali danni a carico della motilità.

Solitamente non servono altri esami per arrivare alla diagnosi di neuropatia vegetativa: in un soggetto diabetico che racconti una sintomatologia corrispondente alla neuropatia, il quadro diagnostico risulta estremamente chiaro.

Come si cura la neuropatia vegetativa

Purtroppo, non esistono cure in grado di far regredire la neuropatia diabetica. È possibile tenerne sotto controllo i sintomi. Quando sussiste dolore o fastidio, possono essere utilizzati degli analgesici specifici, che prescriverà il medico specialista.

Naturalmente, la cosa più importante per non aggravare e non velocizzare la progressione della neuropatia diabetica, è tenere attentamente e costantemente monitorato il diabete, ricalibrando le terapie ogni volta che si rende necessario. In tutto questo hanno un ruolo di spicco l’alimentazione e l’integrazione vitaminica.

La neuropatia diabetica, come si è detto, dipende direttamente dalle disfunzioni metaboliche cellulari. Le vitamine direttamente responsabili del metabolismo cellulare sono quelle del gruppo B e, in particolare, la vitamina B12.

È fondamentale, per chi soffre di diabete associato a neuropatia, garantire al proprio organismo un corretto introito di queste vitamine, ogni giorno, per supportare nella miglior maniera possibile gli scambi di nutrienti, acqua ed ossigeno tra i neuroni.

Come assumere le vitamine B

Le vitamine del gruppo B si trovano in diversi alimenti. Ad esempio nei prodotti lievitati, nel germe di grano, nei legumi, nella frutta secca, nel fegato.

La B12 è quella più rara, rintracciabile solo in alcune carni e frattaglie. In ogni caso, con la sola alimentazione non è possibile assumere un adeguato quantitativo di vitamine B e B12, soprattutto in una circostanza così delicata, dove ne serve, evidentemente, un surplus.

Per questo motivo è caldamente consigliato, in associazione alle terapie prescritte dallo specialista, che non vanno mai modificate o sospese, assumere un integratore a base di vitamine del gruppo B e B12.

Per quanto riguarda l’alimentazione, è importante, se il medico è d’accordo, aumentare il consumo di uova, di carne e di fegato, per incrementare maggiormente l’apporto vitaminico.

Soprattutto i diabetici, che devono limitare i prodotti da forno ad alto indice glicemico, dovrebbero assumere un ottimo integratore a base di vitamine del gruppo B e B12.

Il miglioramento del metabolismo cellulare contribuisce a rallentare il progredire delle neuropatie vegetative, ma anche a migliorare l’assimilazione dei farmaci, tanto quelli per il diabete quanto quelli per la neuropatia.

Come convivere con la neuropatia vegetativa

La neuropatia vegetativa è una patologia grave, debilitante, limitante e delicata. È, comunque, possibile conviverci e tentare di avere un buon livello di qualità della vita.

Le ulcerazioni e le ferite del piede possono essere medicate con prodotti specifici, che aiutino la rapida cicatrizzazione, ed i dolori possono essere tenuti a bada con i farmaci prescritti dal medico, una buona e sana alimentazione adatta alla situazione diabetica e un programma di integrazione vitaminica.

Anche se ci si dovesse trovare nella situazione più grave, con limitazione motoria, non si perdono, comunque, la lucidità, le capacità cerebrali ed intellettive, di ragionamento e mnemoniche, quindi si riesce a convivere con questa patologia.