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piede diabeticoIl piede diabetico è una complicanza cronica del diabete (malattia caratterizzata da un’elevata concentrazione di zucchero nel sangue, dovuta all’assenza di insulina nell’organismo).

Il paziente che presenta questa patologia ha l’incapacità di percepire dolori e/o fastidi a livello delle estremità inferiori del corpo (gambe e piedi); ciò significa che la persona non si accorge di tagli, graffi, ustioni ai piedi ed addirittura non ha la percezione dei cambiamenti di temperatura.

Questi sintomi non sono certo da sottovalutare, in quanto anche le microlacerazioni possono condurre a danni irreparabili e irreversibili, quali ulcere sanguinanti o addirittura l’amputazione dell’arto (totale o parziale).

Come si “scopre” il piede diabetico?

Innanzitutto il paziente deve subito avvisare il proprio medico nel caso noti cambiamenti o percezioni del proprio corpo diversi dal normale, a maggior ragione se si tratta di una persona diabetica.

Il medico provvederà a monitorare la salute del paziente con degli esami, previa compilazione dell’anamnesi del soggetto, che altro non è che la storia clinica del singolo e dei suoi familiari. Successivamente lo specialista sottoporrà la persona ad un test di sensibilità degli arti estremi del corpo ed all’esame della circolazione.

Solo una volta eseguiti questi accertamenti, il medico prescriverà al paziente le analisi del sangue che escludono (o accertano) infezioni in atto e/o la presenza di altre patologie.

Dal risultato a cui condurrà l’esito di queste analisi, il medico sottoporrà il suo assistito ad una radiografia (per accertarsi che non vi siano danni a carico delle ossa o corpi estranei nei tessuti molli) o ad un Eco Doppler (per valutare lo stato dei vasi sanguigni) o un’angiogramma (ottenendo una rappresentazione dei vasi sanguigni mediante l’infusione di mezzi di contrasto nei vasi).

Questi accertamenti decreteranno la presenza o meno del piede diabetico e qualora vi fosse la condizione di dichiarare questa patologia, si richiederà una valutazione multidisciplinare (ovvero una valutazione fatta da un team specializzato composto da diabetologi, podologi e chirurghi).

Tipi di piede diabetico

Ci sono fondamentalmente due tipi di piede diabetico:

  • Il piede neuropatico (neuropatia)
  • Il piede ischemico (arteriopatia)

Se il problema si presenta in tarda età ci può essere una coesistenza fra queste due tipologie, tale patologia combinata viene chiamata piede neuroischemico.

Piede ischemico

E’ causato da placche sterosclerotiche che occludono parzialmente o bloccano il flusso di sangue verso l’arto in questione.

Quando il normale flusso sanguigno diminuisce, possono comparire questi sintomi:

  • Ulcere fra le dita del piede o nella parte del tallone
  • Piede freddo e pallido (dovuto alla scarsa circolazione sanguigna)
  • Crampi frequenti al piede, soprattutto in movimento

Piede Neuropatico

Una delle cause più frequenti delle ulcere nel piede diabetico è la neuropatia diabetica. Quella più conosciuta e diffusa è la neuropatia simmetrica distale (sensitivo-motoria) con manifestazione a calza. Questo tipo di manifestazione significa che interessa sia il piede che il polpaccio.

Secondo la statistica, la neuropatia sensitivo-motoria colpisce quasi la metà dei soggetti diabetici che soffrono di diabete da almeno 25 anni..

I danni ai nervi dovuti alla neuropatia possono manifestarsi tramite:

  • Gonfiore della parte inferiore dell’arto
  • Scarsa sensibilità della pelle
  • Formicolii, parestesie e intorpidimento del piede

In alcuni casi, il piede neuropatico però può anche essere asintomatico. Il paziente capirà di essere soggetto alla patologia solo quando inizierà l’ulcera al piede.

Per prevenire questo fenomeno è necessario studiare ad analizzare i segni che portano verso l’ulcera. Essi possono essere:

  • Presenze di ulcere nella parte inferiore del piede
  • Alluce valgo
  • Secchezza della pelle e ipercheratosi
  • Dita sovrapposte o ad uncino
  • Metatarsali prominenti

Sintomatologia

Ci sono dei veri e propri segnali che inducono il paziente ed il medico a pensare che vi si trovi davanti alla sindrome del piede diabetico. Nello specifico, il paziente avrà qualche linea di febbre (che indica vi sia un’infezione in atto) e problemi agli arti inferiori, che vanno dal dolore al formicolio persistenti (anche di notte), prurito, sensibilità alterata della zona infetta, presenza di chiazze rosse, infiammazione localizzata all’unghia del piede che potrebbe risultare incarnita e, da non sottovalutare, la difficoltà nel camminare o la deformazione del piede (dita ad artiglio o a martello, alluce valgo, dita sovrapposte, accentuazione dell’arco plantare).

Passaggio da lesione ad ulcera

Lesione

Una ferita cutanea tende spontaneamente alla guarigione a meno che non esistano fattori (come la sindrome presa in esame) definiti ostacolanti. Qualora non vi fosse una spontanea e rapida guarigione quasi sicuramente si sfocerà in un’ulcera.

Ulcera

L’ulcera del piede diabetico è una delle complicanze croniche più comuni del diabete mellito; c’è da dire che le ulcere di questa sindrome si possono suddividere in superficiali e profonde, con sintomi locali o generali.

Le ulcere superficiali o cutanee sono lesioni causate dalla perdita di epidermide e, talvolta, anche in strati più profondi della pelle, ma non sono particolarmente dolorose (delle volte non lo sono per niente); quelle profonde, invece, sono molto dolorose e non dimostrano una normale tendenza alla guarigione.

Trattamenti e cura (da parte del personale medico)

Trattamenti

Quando ci si trova innanzi ad una lesione che non guarisce, il medico specialista deve analizzare la ferita nel seguente modo:

  • Deve descrivere la ferita del paziente e farà particolarmente caso alla secrezione se quindi è assente o sierosa o purulenta
  • Deve elencare in maniera sistematica la presenza o assenza dei segni di infiammazione cutanee
  • Esaminare i tessuti
  • Misurare l’estensione della lesione (larghezza, lunghezza e profondità)
  • Valutare lo stato neurologico: sensibilità, riflessi, mobilità, secchezza della pelle dell’arto
  • Deve richiedere una radiografia urgente se sospetta la presenza di gas nei tessuti molli e/o muscolari.

Cura

La cura della lesione passa attraverso la pulizia della ferita così da cercare di eliminare l’infezione batteriologica e gestire la produzione dei liquidi emessi.

La pulizia della ferita/lesione/ulcera va effettuata in ambienti umidi, tranne se si tratta di un piede ischemico con basso afflusso di sangue, che prevede la medicazione in un ambiente secco; questo avviene perché la medicazione umida in caso di ulcera di natura ischemica può aggravare la situazione causando maggiori infezioni, tali da far insorgere la cancrena ed essere pericolosa per il paziente stesso.

Se il flusso di sangue è normale si procede con rapidità alla pulizia onde evitare la necrosi. Si ricorda che la rimozione dell’ulcera avviene con il bisturi ed è di competenza solo ed esclusivamente del medico specializzato, in quanto richiede una valutazione del sistema circolatorio sanguigno ed un’ottima abilità nel manovrare il ferro!

In cosa consiste la cura

Non tutti i tipi di ulcere, c’è da dire, si curano con il bisturi, per questo ci si affida al personale esperto. Ci sono cure locali delle ulcere che prevedono l’utilizzo di medicazioni che sono in grado di mantenere una certa umidità della lesione così da favorirne una naturale guarigione.

In genere, sulle lesioni infette si impiegano medicazioni le cui proprietà principali sono disinfettanti, così da controllare la proliferazione batterica senza creare ulteriori danni alla ferita. In questo caso è giusto specificare che non si possono utilizzare tutti i disinfettanti, poiché quelli più comuni (iodio, acqua ossigenata, clorexidina) danneggiano le cellule in fase di riproduzione. Il solo disinfettante che dà buoni risultati è l’argento.

Molti pazienti credono, infatti, di riuscire ad automedicarsi con i disinfettanti più comuni, ciò avviene perché prodotti di vario genere o l’alcool (presente in tutte le case) a contatto con l’ulcera provocano una sensazione di bruciore (spesso insostenibile) che si associa all’uccisione dei batteri, ma, come si è detto, questa pratica è solo dannosa per la cura dell’infezione. In alcuni casi gli specialisti possono prescrivere una cura di antibiotici per curare l’infezione internamente.

Oltre queste cure può essere prevista una terapia con la camera iperbarica (utilizzo dell’ossigeno puro ad una pressione maggiore di quella atmosferica). Questa terapia si effettua con macchinari appositi mono-pazienti e non tutte le strutture sono attrezzate di camere iperbariche.

Trattamenti e pulizia personale

Trattamenti

Chi soffre del piede diabetico deve assolutamente porre maggiore attenzione durante la pulizia e l’igiene del piede. Come già detto, chi ne soffre, deve assolutamente evitare l’automedicazione ma deve prendersi cura dei piedi in modo da agevolare il lavoro medico e prevenire l’insorgenza di ulteriori problemi.

Pulizia

La pulizia quotidiana segue delle semplici ed importanti regole, che fondamentalmente sono quelle a cui tutti dovrebbero attenersi. In primis bisognerebbe farsi un autoesame dei piedi ogni giorno, per constatare che sia tutto regolare e accorgersi subito di eventuali anomalie: controllando scrupolosamente la pelle, le unghie, la zona tra le dita e la pianta del piede, verrà automatico constatarne la sensibilità.

Per effettuare una corretta pulizia, bisogna lavare accuratamente i piedi con dell’acqua a una temperatura inferiore ai 38° e del sapone neutro molto delicato, come quello usato per i bambini.

Non va fatto per nessun motivo il pediluvio ma è concesso lasciare i piedi leggermente umidi per qualche minuto, dopodiché si procede ad un’accurata asciugatura (obbligatorio in questo caso è che il telo usato vada subito lavato anche se si consiglia l’utilizzo di asciugamani usa e getta) soprattutto tra le dita dei piedi.

Se la pelle risulta essere eccessivamente secca chiedere al medico una crema idratante da massaggiare delicatamente con uno strato sottile di prodotto; può andare bene anche la crema che si acquista di solito al supermercato, della vasellina o una pomata specifica prescritta dallo specialista.

Attenzione alle unghie

Particolare attenzione in questa fase si porrà sulle unghie, non devono essere troppo lunghe o troppo corte, quindi nel caso si debbano tagliare, bisogna affidarsi all’aiuto di un’altra persona che userà forbicine dalla punta arrotondata, così da evitare microtagli che potrebbero causare infezioni.

Le lime per le unghie sono bandite poiché un movimento sbagliato potrebbe procurare delle abrasioni. Se si notano unghie particolarmente fragili o di un colore diverso dal normale o inspessite bisogna consultare immediatamente il medico.

Ulteriori accorgimenti

E’ fondamentale non camminare mai a piedi scalzi anche se si è in casa e quando si è al mare bisogna sciacquare ed asciugare spesso i piedi, poiché sia la sabbia che l’acqua salata sono molto aggressivi per la cute.

Dove curare il piede diabetico

Come detto, non è solo il medico di base a curare il piede diabetico ma vi sono equipe di professionisti che seguono il paziente decidendo, dopo un confronto, le terapie più idonee.

In genere, ci si può curare all’ospedale o in centri specializzati, dove i medici cureranno efficacemente e precocemente il paziente, così da abbassare il livello di rischio dell’amputazione dell’arto o una porzione di esso.

Vi sono tanti centri specializzati in Italia e per trovare quello più vicino si può visitare il sito www.ilpiedediabetico.it.

Amputazione

Perché si amputa

Prima di arrivare ad un’amputazione (dell’arto o una parte di esso), vanno eseguite le terapie prescritte dai medici, saranno gli esiti di queste cure a far prendere la decisione drastica del taglio.

In genere si decide per l’amputazione quando si sviluppa la cancrena della zona infetta ed è solo allora che si decide quanto tagliare, per evitare che si infettino anche i tessuti sani del corpo con la diffusione dei batteri.

C’è da dire che le infezioni si espandono col tempo, quindi nel momento in cui ci si accorge della necrosi è meglio amputare subito la zona, per salvare sia la parte sana dell’arto che addirittura la vita del paziente.

Intervento chirurgico e conseguenze

L’amputazione è un’operazione chirurgica che si effettua o in anestesia locale o generale (a seconda delle condizioni psicofisiche del paziente).

Si taglia la parte in cancrena e si fanno fuoriuscire (attraverso un tubo di drenaggio) i liquidi in eccesso dei tessuti operati. A seconda della grandezza dell’amputazione, una volta che si è guariti, si può decidere se ricorrere a scarpe dai plantari speciali o eventualmente ad una protesi.

Il paziente, a questo punto, con l’ausilio della riabilitazione psicofisica (anch’essa eseguita da medici) deve imparare a svolgere tutte le azioni della vita quotidiana senza una parte del corpo.