Il piede diabetico é una seria complicanza del diabete mellito di tipo 2, correlata a un quadro sintomatico che provoca ulcere e lesioni, che degenerano rapidamente in cancrena o necrosi.
I primi sintomi sono di solito legati ad una sensibilizzazione, prurito, dolore e neuropatia. La pelle diventa talmente fragile, come quella di un neonato, che si lesiona in maniera estremamente facile: un appoggio sbagliato può peggiorare i primi sintomi.
Basta un callo o una ferita per far diventare una lesione piccola una terribile ulcera infetta. Per questo motivo, dunque, é fondamentale monitorare i livelli ematici di glucosio e l’aspetto generale del piede. Gonfiori localizzati sulle dita, spesso sull’alluce, e ad esempio vesciche o calli, meritano un controllo approfondito e costante.
Le deformazioni o situazioni di dolore, prurito e sensibilizzazione cutanea possono essere annoverati fra i primi sintomi della patologia diabetica.
Diagnosi
I metodi diagnostici contemplano diversi esami:
- esami ematici: rilevano le concentrazioni di marker come il livello di glucosio o di altre sostanze, necessarie a tenere sotto controllo la malattia
- radiografia: segnala eventuali deformazioni ossee o articolari, che possano diagnosticare patologie reumatiche o ossee.
- ecografia: serve a diagnosticare una eventuale necrosi dei tessuti attorno alla lesione e ad osservarne attentamente la vascolarizzazione corretta, allo scopo di valutarne la rimozione. Spesso si esegue a tale scopo un esame più specifico, detto Ecodoppler.
E’ importante prestare attenzione ad eventuali deformazioni, che portano ad appoggiare il piede in posizioni sbagliate e quindi reiterare il rischio di necrosi o cancrena, facendo gravare il peso su una piccola zona del piede.
Un altro campanello di allarme sono le lesioni ossee, gonfiori o accumuli articolari causati da patologie connesse, come ad esempio la gotta, che possono nel tempo dare origine al progredire delle neuropatie diabetiche.
La diagnosi é dunque sintomatica: osservare macchie, gonfiori o lesioni particolari della pelle può essere d’aiuto nel monitoraggio di una malattia estremamente subdola e pericolosa.
Cura del piede diabetico
La cura del piede diabetico si può portare avanti su diversi fronti: creme all’urea per mitigare la secchezza della pelle, antibiotici per eliminare i tessuti infetti e, nei peggiori casi, operazioni chirurgiche per l’amputazione dell’arto necrotico.
Il controllo del livello di vitamina B12, secondo alcuni studi scientifici, rappresenta un ottimo aiuto per limitare e rallentare il progredire della malattia.
La neuropatia porta ad una progressiva sensibilizzazione dei tessuti, alla fragilità della pelle e ad un’insufficienza circolatoria, che causa così minore afflusso di sangue agli arti inferiori.
Questo si traduce in una netta insensibilità a freddo, caldo e dolore, che può, nel tempo, peggiorare la situazione in quanto il paziente continua a svolgere le sue attività quotidiane, senza avvertire cambiamenti.
L’assunzione di una postura sbagliata e dunque l’appoggio del piede su aree critiche, che possono a lungo andare causare ulcere e lesioni cancrenose, é dunque una concausa del fenomeno del piede diabetico.
E’ molto importante quindi agire contro il diabete da vari punti di vista: ematico, osseo e dermatologico. La malattia ha infatti un esordio lento ma un rapidissimo progredire dei sintomi quando compare una lesione “sospetta”, che può trasformarsi in ulcera o cancrena.
In età avanzata le probabilità di sviluppare il piede diabetico in concomitanza con il diabete mellito di tipo 2 aumentano e bisogna quindi cercare di verificare attentamente eventuali cambiamenti a carico degli arti inferiori, in modo da monitorare costantemente la situazione.