Il dolore neuropatico, altrimenti noto come nevralgia, è una dolenzia cronica conseguenza di un danno o di una malattia che interessa direttamente il sistema nervoso centrale oppure periferico. Il meccanismo non è ancora molto chiaro, ma pare dipenda dal deterioramento o dal cattivo funzionamento dei nervi.
Diventando ipereccitabili, trasmettono al cervello, mediante le terminazioni nervose, degli stimoli tradotti come pericoli e percezioni di dolore non reali.
Dolore neuropatico centrale e periferico
Nel mondo circa il 7-8% degli adulti soffre di nevralgia. Gli anziani risultano essere i più colpiti con un’incidenza di 8 casi ogni 1000 persone all’anno. Si distinguono due tipologie di dolore neuropatico: il centrale interessa i nervi dell’encefalo e del midollo spinale, mentre il periferico riguarda lesioni e disfunzioni delle terminazioni che trasmettono al sistema nervoso centrale le informazioni all’interno ed all’esterno dell’organismo.
Differenze con il dolore nocicettivo
La percezione di dolenzia della nevralgia differisce dalla classica sensazione di dolore provocata da un trauma, una ferita, una bruciatura oppure una forte pressione. In questi ultimi casi, i recettori cutanei o nocicettivi trasmettono l’informazione dalla periferia al sistema nervoso centrale, segnalando una certa anomalia o un pericolo per l’organismo.
A differenza del dolore neuropatico, quello nocicettivo è facilmente individuabile mediante la causa scatenante della sofferenza. Di conseguenza, sarà molto più semplice trattarlo per risolverne gli effetti.
Le cause del dolore neuropatico
Il meccanismo responsabile della nevralgia è molto complesso e non ancora chiaro. La sensazione di dolenzia viene provocata da un’alterazione della guaina mielinica del nervo. Quando però la motivazione non è identificabile si parla di dolore neuropatico idiopatico.
Fattori che determinano la nevralgia:
- La nevralgia può anche dipendere dalla compressione di un nervo a causa di un osso, una massa tumorale, un’anomalia dei vasi sanguigni o dei legamenti. Lo schiacciamento provoca l’erosione della guaina mielinica e quindi una riduzione della funzionalità del nervo. La sindrome del tunnel carpale ne è un esempio.
- Le malattie infettive come l’herpes zoster, l’AIDS, la sifilide o la malattia di Lyme possono causare dolore neuropatico. Alcuni virus e batteri sono talmente aggressivi da invadere e danneggiare seriamente le cellule nervose.
- Tra le altre cause scatenanti della nevralgia, si riscontra l’alta concentrazione di zucchero nel sangue. Il diabete, subdolamente, col tempo danneggia i vasi sanguigni che di norma trasportano ossigeno e nutrienti ai nervi. La mancanza di queste sostanze comporta la necrosi e quindi la morte delle cellule nervose. In Occidente, in particolare nel Regno Unito ed in Italia, il diabete costituisce la causa principale di neuropatia periferica.
- La sclerosi multipla, una malattia cronica invalidante, costituisce un’altra causa del dolore neuropatico centrale. Progressivamente la malattia comporta il degradamento della mielina del nervo.
- La sindrome dell’arto fantasma è una patologia morbosa in cui il paziente avverte la presenza di un arto e ne percepisce un dolore continuo, nonostante la sua amputazione.
- Traumi importanti alla colonna vertebrale come una frattura ossea, un’intervento chirurgico, un incidente stradale oppure una caduta, possono danneggiare il midollo spinale o i nervi periferici comportando così dolore neuropatico a carico sia del sistema nervoso centrale che periferico.
- Trattamenti chemioterapici per la cura del cancro a base di paclitaxel, cisplatino o vincristina possono comportare dolore neuropatico periferico.
- L’esposizione prolungata ad insetticidi, piombo, mercurio o arsenico comportano neuropatia periferica.
- Le porfirie sono malattie ereditarie che alterano la funzionalità degli enzimi che sintetizzano il gruppo EME, una molecola non proteica presente nel sangue, nei citocromi, nell’emoglobina, nelle proteine e nella mioglobina.
- Le malattie renali croniche sviluppano sostanze dannose per le cellule nervose del sistema periferico.
- Le carenze vitaminiche dovute dalla malnutrizione o da dipendenza da alcool costituiscono terreno fertile per il dolore neuropatico. In particolare, la vitamina B12 è indispensabile per la buona salute del sistema nervoso, in quanto supporta e protegge la guaina che ricopre le cellule nervose. Per ripristinare l’equilibrio, eliminare l’alcool dal proprio stile di vita e consumare con maggiore frequenza uova, pesce, carne rossa e bianca, legumi, tofu e yogurt a basso contenuto di grassi.
Sintomi e complicanze
Chi soffre di dolore neuropatico è soggetto a dolenzie spontanee ed intermittenti, brucianti e lancinanti. L’intensità può variare da persona a persona. Alcuni, infatti, lamentano formicolio ed intorpidimento di arti superiori o inferiori, sintomi altrimenti noti come parestesia.
Altri manifestano allodinia (termine medico che indica una reazione dolorosa eccessiva a stimoli che in condizioni normali sono innocui, come il contatto di un vestito o un lenzuolo sul corpo) ed iperalgesia, ovvero un’ipersensibilità sproporzionata a sollecitazioni lievi.
Sottovalutare il problema senza intervenire con una terapia adeguata lo intensifica rendendone sempre più difficile la cura.
La diagnosi
Il dolore neuropatico si diagnostica mediante un esame obiettivo accurato a cui si aggiungono una valutazione neurologica, gli esami del sangue specifici ed un’elettromiografia.
Per raccogliere eventuali informazioni possono essere richiesti ulteriori test come una TAC, la risonanza magnetica o una biopsia dei nervi. L’iter diagnostico così lungo consente di ricostruire la storia clinica del paziente, individuare le cause scatenanti della neuropatia, evidenziare eventuali danni al sistema nervoso centrale ed optare per la terapia più adeguata.
Alla comparsa dei primi sintomi, è importante recarsi dal proprio medico di fiducia, in modo da evitare che il problema si cronicizzi e riducendo al minimo i possibili danni.
La prognosi
In genere, il dolore neuropatico non ha prognosi positiva, in quanto morboso ed irreversibile, impossibile da curare. Tuttavia, specifici trattamenti e terapie mirate possono alleviare i fastidi ed evitare che progrediscano nel tempo.
La terapia
Il trattamento del dolore neuropatico comprende diverse fasi. Innanzitutto si procede con l’individuazione delle cause scatenanti ed i danni al sistema nervoso periferico o centrale; poi con la cura farmacologica e non farmacologica dei sintomi dolorosi; infine, si reputa necessario un trattamento psicologico.
Il trattamento delle cause è indispensabile per rallentare se non fermare il progredire della neuropatia. Per cui, nel caso del diabete, bisogna pianificare una corretta terapia farmacologica a base di ipoglicemizzanti o di insulina, da associare al controllo regolare della pressione sanguigna e del peso corporeo. Chiaramente, la cura non è risolutiva in quanto il deterioramento delle strutture nervose è permanente.
Il trattamento farmacologico con antinfiammatori o antidolorifici come il paracetamolo oppure l’ibuprofene risulta poco efficace. Per cui bisogna ricorrere a farmaci di diversa natura come gli antidepressivi che inibiscono la serotonina e la noradrenalina, alleviando i sintomi del dolore neuropatico.
Gli effetti tuttavia non sono immediati, ma bisogna attendere dalle 3 alle 6 settimane. Come è noto, comportano anche effetti collaterali, come sonnolenza, secchezza delle fauci, costipazione, nausea, cefalea ed inappetenza.
In alternativa, i medici possono anche ricorrere a degli antiepilettici come il pregabalin ed il gabapentin i cui effetti risultano visibili dopo diverse settimane dalla prima somministrazione. Anche in questo caso si registrano effetti collaterali come vertigini e sonnolenza.
La Capsaicina (sostanza presente nelle piante del peperoncino piccante), inibisce in qualche modo il segnale doloroso trasmesso dai nervi al cervello. A tale scopo, viene prescritta in crema da spalmare 3 o 4 volte al giorno sulla parte dolorante. Gli effetti si apprezzano in genere dopo i 10 giorni.
Nei soggetti sensibili la soluzione può comportare irritazione e/o bruciore cutaneo. Gli oppiacei, derivanti dalla morfina, costituiscono un potente rimedio per alleviare e mascherare il dolore. Vanno assunti in combinazione con antidepressivi ed antiepilettici sotto rigorosa prescrizione medica. In dosi massicce e per lunghi periodi, infatti, potrebbero risultare molto pericolosi.
Comportano dipendenza, vomito, nausea, stitichezza, sudorazione eccessiva. Secondo recenti studi, inoltre, anche i farmaci anestetici possono avere effetti positivi sul dolore neuropatico, come le iniezioni di ketamina e la lidocaina in gel.
D’altro canto, la prescrizione di questi trattamenti farmacologici costituisce un problema enorme per i medici in quanto bisogna individuare la quantità adeguata per renderli realmente efficaci.
Una dose eccessiva ed un uso prolungato possono comportare importanti effetti collaterali sul paziente. Si procede quindi per tentativi perché ogni soggetto rappresenta un caso a sè.
Trattamenti non farmacologici o fisici come la fisioterapia, la TENS e la PENS possono comportare un miglioramento del quadro sintomatologico. Nel caso della fisioterapia, gli esercizi mirati rafforzano il tono muscolare sbloccando particolari situazioni di immobilità. La TENS e la PENS, invece, sono delle stimolazioni nervose che prevedono delle scariche elettriche, indotte mediante degli elettrodi (aghi o placche), volte a ridurre la trasmissione dei segnali dolorosi.
Trattamenti psicologici si rivelano necessari per affrontare adeguatamente lo stress, l’ansia e la depressione che scaturiscono dal dolore neuropatico. Pertanto, in alcuni casi, potrebbe risultare efficace parlare con uno specialista, raccontare la propria esperienza ed affrontare insieme le criticità che ne conseguono.
Come prevenire il dolore neuropatico
Come ampiamente trattato, il dolore neuropatico dipende da traumi fisici importanti, malattie ereditarie, virus e batteri invasivi. Tuttavia, in alcune circostanze è possibile prevenire lo sviluppo della patologia ed addirittura ridurne l’impatto, la cronicizzazione e l’intensità.
Sui fattori di rischio quali l’età avanzata, il sesso femminile, la genetica magari è impossibile intervenire, ma altri si possono controllare già fin dalla giovanezza.
È indispensabile gestire adeguatamente il peso corporeo, la pressione sanguigna ed il livello di zuccheri nel sangue per arginare gli effetti collaterali del diabete quali la neuropatia dolorosa.
Curare l’alimentazione, prediligere cibi sani, genuini e di stagione, assimilare quantità soddisfacenti di vitamina B12 può preservare la buona salute delle strutture nervose del sistema centrale e periferico.
Quest’ultima, assieme alla B1 e B6 è reperibile negli alimenti di origine animale quali pesce, rosso d’uovo, carni bianche e rosse, fegato ed in minima parte nei formaggi freschi.
Inoltre, è utile promuovere le vaccinazioni contro l’herpes zoster, evitare interventi chirurgici non indispensabili, proteggersi dalle infezioni da HIV ed eliminare la dipendenza da alcool.